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La storia della Fiera di Sant’Alessandro, la nostra tradizione.

23 Agosto 2019

La Fiera d Sant’Alessandro come noi oggi la conosciamo è l’evoluzione di una lunga tradizione che ha inizio quando i pastori, durante la transumanza dai verdi pascoli delle Orobie alla pianura padana, in occasione della festa dedicata al Patrono di Bergamo si fermavano in città per il commercio del bestiame.

L’importanza di questo annuale appuntamento crebbe con il tempo. Fu destinato un grande prato chiamato ‘il prato di S. Alessandro’ sul quale vennero costruiti casotti in legno che dovevano accogliere la merce e le famiglie dei venditori. Nel 1591 pochi giorni prima dell’apertura della fiera si scatenò uno spaventoso incendio che distrusse quasi tutta la fiera recando notevoli danni ai commercianti. Solo 150 anni dopo, nel 1752, venne fatto erigere un fabbricato quadrato con quattro torrette ai lati come sedi istituzionali, edificio che riusciva a contenere 740 botteghe, aveva dodici ingressi e al centro una piazza con la  fontana del Tritone progettata da Giovan Battista Caniana e Antonio Callegari, che si trova ancora presente in Piazza Dante, ed è chiamata ‘fontana di fiera. La spesa per la costruzione fu sostenuta in grande parte dai privati commercianti i quali divennero in questo modo proprietari delle rispettive botteghe. Il vecchio edificio costituisce oggi il cuore della città di Bergamo. Merci principali erano i tessuti ed il lino proveniente da tutta Europe, ma in quei giorni di festa si potevano trovare chincaglierie e suppellettili che faceva accorrere in città tutta la provincia.

La fiera subì un forte declino alla metà del XIX secolo, in conseguenza a tanti fattori commerciali e produttivi. L’epidemia del colera e la crisi della bachicoltura, le conseguenze di moti rivoluzionari del 1848 1849 ridussero la fiera in un luogo di commercio piccolo e rionale. Il prato di sant’Alessandro fu urbanizzato, vennero distrutti i fabbricati ormai fatiscenti che occupavano il prato e sostituiti con nuovi palazzi e attività.

Quella che venne ripresa nel 2003 è una fiera con un aspetto prettamente agricolo, con esposizioni zootecniche, macchine agricole, prodotti enogastronomici e innovazioni sempre relative al mondo dell’agricoltura, che voglio riportare l’attenzione al mondo contadino e la sua valorizzazione.

Oggi la fiera è organizzata da Bergamo Fiera Nuova ed Ente Fiera Promoberg, con 50mila metri quadrati di superficie (al coperto e in area esterna) dedicati all’evento, 250 cavalli e 250 capi bovini coinvolti in esposizioni e concorsi, la manifestazione richiama nel capoluogo orobico tutte le principali componenti del mondo contadino.

Ma non solo, si tratta infatti di un evento che attrae anche i bimbi di tutta la provincia, che per loro è un’autentica festa. Perché sono stati davvero tanti i bambini che grazie alla Fiera di Sant’Alessandro hanno potuto, per la prima volta nella loro vita, toccare con mano un animale, che sia stato un piccolo coniglietto, una capretta, o un grande cavallo. Bambini, ma anche grandi, che non avevano mai visto prima della visita in fiera un vitellino o un puledro, così come non avevano mai assistito alla mungitura di una mucca.

Così scoprono – i bambini – che il latte non viene da un freddo frigorifero di un supermercato, ma da una calda mammella di una mucca.

La Fiera di Sant’Alessandro oggi non è solo commercio, ma anche formazione, educazione e felicità per tutta la famiglia oltre che tradizione e storia della nostra terra.